Non solo rock in “Sailing”, il nuovo album degli “Oh Lazarus”
Per gli “Oh Lazarus” applichiamo il principio dei buoni rapporti di vicinato. Di stanza nell’Oltrepò pavese sporadicamente ci raggiungono in Brianza per intrattenerci con concerti carichi di energia che solo chi ne ha visto uno può comprendere di cosa stiamo parlando. E poi questo loro nuovo disco non poteva passare inosservato.
A distanza di cinque anni dall’album d’esordio “Good Times”, nell’ultime settimane è uscito il secondo capitolo della loro avventura musicale intitolato “Sailing”, pubblicato anche in vinile seppur in edizione limitata a 300 copie. Già dalle prime note dell’iniziale “Lies” ci vengono indicate le coordinate di questo viaggio sonoro. Sono le strade del rock blues americano, polveroso, stridente ed elettrico suonato da un trio composto da chitarra, batteria e percussioni e voce + clarinetto. Davvero eccellente quello che gli “Oh Lazarus” riescono ad ottenere con una strumentazione ridotta all’osso.
“Summer City Blues ” ci trasporta in territori più rock’n’roll che ritroviamo anche nella successiva “Rolling”: entrambi brani che immaginiamo destinati a scuotere il pubblico durante le esibizioni live.
“Sea Off Blood” mescola psichedelia e jazz ed insieme a “Last Farewell”, densa di echi di Velvet Underground e Nico, rappresentano a nostro parere i migliori episodi del disco. Ma non per questo è da trascurare “Cecilia”, rock rumoroso e borderline che ci ricorda gli storici Jefferson Airplane, oppure la straordinara cover di “Keep Your Lamp Trimmed And Burning” di Blind Willie Johnson in cui si esalta l’aspetto gospel colpendo direttamente al cuore gli appassionati del genere.
Se amate i suoni rock al di fuori dei canoni e le farciture con altri generi (blues, jazz, rock’n’roll solo per citarne alcuni), “Saling” non può mancare nella vostra discoteca personale.
Nell’attesa di poterli vedere nuovamente dal vivo abbiamo contattato il gruppo per farci raccontare la storia di questo nuovo disco e qui di seguito trovate la nostra intervista.
1) Come nascono gli “Oh Lazarus” e come si è sviluppato il progetto musicale del gruppo ?
Simone: Il progetto “Oh Lazarus” nasce nel 2012 come mio piccolo esperimento di home recording, in collaborazione con mia sorella Cecilia. Con Daniele ho suonato per anni nei “Maciste” e conclusa quella esperienza abbiamo iniziato a lavorare tutti insieme per portare “Oh Lazarus” dal vivo. Da quel momento non ci siamo più fermati, tante date, tanti km e due dischi all’attivo.
2) Domanda banale ma (quasi) indispensabile: come avete scelto il nome ?
Cecilia: Il nome Oh Lazarus arriva da due canzoni: Poor Lazarus, una work song dei prigionieri ai lavori forzati e da Oh Death una canzone di Dock Boggs dove chiede alla morte di risparmiarlo per almeno un’altro anno.
https://www.youtube.com/watch?v=KkMiCGTi0SM
https://www.youtube.com/watch?v=KIYNoH99Guc
Di morti nelle nostre canzoni ce ne sono tanti; abbiamo ripescato e studiato il lavoro fatto da Allan Lomax sui testi della tradizione americana e cerchiamo di far rivivere quelle storie con un piglio moderno.
3) Questo vostro nuovo album è stato masterizzato a Chicago. Come siete entrati in contatto con Carl Saff e cosa vi ha spinto ad affidare a lui la masterizzazione del disco ?
Daniele: Il nostro primo disco era stato mixato da Ben Brodin il quale ci aveva consigliato di fare il master dal buon Carl Saff. Avendo già ottenuto ottimi risultati in termini di resa del master con “Good Times” la scelta è stata a colpo sicuro. Siamo molto contenti del lavoro che ha fatto.
4) A differenza di molte produzioni discografiche che stanno uscendo in questi ultimi mesi il vostro disco è un vero e proprio album : 11 brani per una durata totale di oltre 43 minuti contro lo standard del momento rappresentato da Ep che, in alcuni casi, sono addirittura di 3 canzoni. Quanto è difficile pubblicare un disco in Italia ai giorni nostri e cosa vi ha spinto a mettere in vendita anche l’edizione in vinile ?
Simone: Da divoratori di musica e collezionisti di vinile diamo ancora molta importanza all’album intero possibilmente in formato vinile.
Sicuramente la pubblicazione di un album è più complessa e costosa. Abbiamo investito parecchi soldi sulla stampa del vinile e siamo anche stati aiutati dalla nostra etichetta Off Label Records che ha partecipato attivamente ai costi di produzione. Fare degli EP non ci ha mai interessato più di tanto. Parlando con amici musicisti più giovani mi sembra di capire che la soluzione più economica sia quella di puntare esclusivamente su singoli di musica liquida da promuovere con uffici stampa prestigiosi (e costosi) per far crescere follower. Ecco questo aspetto ci interessa ancor meno.
5) Tra gli artisti che in qualche modo vi hanno ispirato nella realizzazione del disco si citano nomi come Violent Femmes, Velvet Underground , Nico e poi ci ritroviamo anche una cover spiritual/blues di Blind Willie Johnson. Come si coniugano insieme questi diversi generi musicali ?
Cecilia: Siamo cresciuti con quella musica e fa parte del nostro background; Sailing in termini di influenze è un disco più rock e diretto rispetto al primo. La scelta di registrare tutto a presa diretta e di non aggiungere praticamente altri strumenti è data dal fatto che la maggior parte dei dischi che ascoltiamo e amiamo sono registrati in quel modo. Il risultato è una fotografia di come sono gli Oh Lazarus dal vivo nel 2020; quello che senti è quello che siamo.
6) Abbiamo avuto modo di vedervi dal vivo la scorsa estate ad Osnago al Festival Folk della Zoe Records e siamo rimasti molto colpiti dall’energia che sprigionate in questa dimensione. Come state vivendo questo periodo di blocco degli spettacoli ? Avete sperimentato qualche live da casa ?
Non la stiamo vivendo bene; ci manca molto il palco e suonare davanti a delle persone in carne e ossa.
Per motivi logistici e tecnologici non ci siamo messi a fare live da casa. Per noi il “suonare dal vivo” comprende caricare e scaricare furgoni, viaggi interminabili in macchina, conoscere nuovi posti e nuove persone.
7) Ci consigliate qualche disco che avete ascoltato durante la quarantena e che avete apprezzato particolarmente ?
Cecilia:
Tame Impala – The slow rush
Vista Kicks & Audra Mae – Chateau Mae Mae
Movie star junkies – Shadow of a rose
Daniele:
Colonel Les Claypool’s Fearless Flying Frog Brigade – Purple onion
Eels – The deconstruction
Darkside – Psychic
Matt Elliott – Farewell To All We Know
Simone:
Fiona Apple – Fetch The Bolt Cutters
Coriky – Coriky
Roots Magic – Take Root Among The Star
Khruangbin – Mordechai
Per maggiori informazioni sulla band :
Pagina Facebook : https://www.facebook.com/OhLazarus/
Carlo Pulici